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The Amazing Race – 16×12 – Huger Than Huge

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C’era da aspettarselo: questa stagione, partita un po’ in sordina, ha dato il meglio sul finale. Gli ultimi episodi sono stati talmente tanto avvincenti e ansiogeni che per evitare svenimenti e attacchi di panico tra i lettori ho preferito non recensirli. Quindi facciamo il punto: negli ultimi tre episodi le zie lesbiche subiscono la vendetta di Catie e, U-Turnate, vengono fatte fuori, i poliziotti nel decimo episodio fanno le prove generali per la loro eliminazione che avverà, grazie al cielo, nel penultimo che decide anche i tre team finalisti: i fratelli (finalmente in versione capless), il Brokebackmounteam e, chi lo avrebbe mai detto, Brent e Catie i modelli che amano perdersi.

Now it’s time to “drop the gloves”!

Da Shangai si torna negli USA, a San Francisco, e ci si prepara ad un bel duello: Brent e Catie, nonostante tutto, se la sono sempre cavata e partono per primi, sperando nel loro punto forte (un gran culo); a seguire i cowboys, capaci di grandi rimonte, sempre agguerriti e sopratutto belli; Dan e Jordan, che hanno conquistato la nostra simpatia regalandoci momenti di tenerume familiare, vantano tra i loro punti forti l’intelligenza e un affiatamento che più volte li ha salvati da situazioni difficili.

A Shangai succede però l’irreparabile: tutto l’amore verso la coppia dei fratellini adorabili che avremmo davvero voluto vedere sul gradino più alto del podio, si trasforma in odio profondo quando Jordan arrivato per ultimo al botteghino decide di violare quello che, se fossi stato Dio, avrei messo come primo comandamento: non tagliare la fila! L’espediente utilizzato, la cui astuzia fa invidia ad ogni vecchietta dagli occhioni imploranti in coda alla posta, funziona solamente perché i cowboys mostrando un autocontrollo invidiabile non fanno quello che avrei voluto fare io: acchiappare Jordan per i capelli per sbatterlo, a calci, il più lontano possibile. Dopo questo momento di estrema galanteria non si può che desiderare la vittoria dei country guys.

Durante la gara le tre coppie si sono cimentante in tre prove decisamente poco avvincenti. Il road block, fisicamente impegnativo, ha visto metà coppia scalare una torre, orribilmente decorata, dopo averla rintracciata risolvendo un indovinello, per scoprire, una volta in cima, la prossima destinazione: gli studi della Lucasfilm. Negli studi della Lucasfilm, alcuni esperti della Lucasfilm hanno creato un labirinto virtuale. Utilizzando le sofisticate apparecchiature della Lucasfilm uno dei membri della coppia doveva guidare il suo partner all’uscita del labirinto dove lo attendeva un’indizio da leggere a forza di piroette. La prova finale invece consisteva nel classico recap mnemonico della stagione, quest’anno però davvero poco impegnativo: riordinare le coppie seguendo l’ordine di eliminazione (e con tanto di lista alla mano!).

La corsa per il milione di dollari si è però svolta senza particolari momenti di tensione e l’ordine di arrivo delle coppie, anche se rimaste sempre relativamente vicine, si è deciso nelle prime ore della tappa soprattutto in due momenti: il primo in aereo e il secondo in taxi. Sull’aereo, a detta di Jordan, le capacità di relazione di Dan hanno fatto sì che un’hostess – forse impietosita dal look “ritardato con inutile bandana” di Jordan o più verosimilmente minacciata dal Mr.Hyde nascosto in Dan – li abbia fatti sedere in prima classe permettendogli di scendere per primi dall’aereo e conquistare la leadership che ha portato i fratelli a vincere quest’edizione di The Amazing Race e la ricompensa da un milione di dollari. A determinare i due gradini più bassi del podio ci si è messo di mezzo il tassista di Brent e Catie, che nostalgici di Shangai cercano di ricrearne l’atmosfera optando per un tassita asiatico incapace di parlare inglese. Ovviamente si perdono, finendo ultimi e causando tra l’altro traumi psicologici al povero guidatore.

La vittoria dei fratelli, se pur macchiata da quel colpo basso davvero di cattivo gusto e, alla luce dei fatti inutile, è in fondo meritata. Dan e Jordan sono riusciti ad amministrare in maniera impeccabile un vantaggio guadagnato con intelligenza (mentre, diciamocelo, gli altri dormivano proprio). Non hanno commesso errori e si sono dimostrati più determinati e concentrati che mai. Il secondo posto e, aggiungerei, la vittoria honoris causa conquistato dai cowboys forse non gli fa giustizia, ma rispecchia l’andamento della gara. Seppure siano sempre riusciti a stare alle calcagna dei fratelli, non hanno brillato per strategia e intelligenza. Voglio dire, sarà il caso di chiedervi perché mai Jordan ha passato due ore a girare su se stesso? Nonostante questo hanno sempre condotto la corsa senza sgomitare e con determinazione. Clap clap. Terzi Brent e Catie. Terzi. Mah. Se fossi uno qualunque dei team eliminati prima mi vergognerei!

Beh, in conclusione non resta che menzionare quel bellissimo momento di televisione in cui l’odiosa zia lesbica inveisce contro Catie. Cara zia lesbica: stai sulla quarantina, sei stronza (perché sei stronza!), il rosicamento non ti si addice proprio. Alla povera Carol distrutta dalla vergogna, auguro che riesca ad aprire gli occhi e trovarsi un’altra tra le nostre zie lesbiche preferite. Anzi se ne avete una in particolare organizziamo uno zia party per farle conoscere.

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